Il punto di vista di Anne Givaudan

In questo inizio d'anno non sappiamo se sia bene rallegrarsi o al contrario temere ciò che sta accadendo in questo momento in Medio Oriente.

La Tunisia è in stato di ebollizione e non possiamo che essere d'accordo con le rivendicazioni della sua popolazione. Il pianeta ha abbastanza risorse perchè ciascuno sulla Terra possa avere una vita decente. Siamo appena tornati dal Burkina Faso, i cui villaggi senza acqua e senza elettricità sono la prova evidente di una gestione erronea del patrimonio umano. Che la si smetta di parlarci di restrizioni, raccomandate unicamente da quelli che non ne conoscono che il nome.

I tunisini hanno dato il via, rivendicano dei diritti evidenti e in un baleno si è propagato toccando i paesi circostanti. Chi non si augura di vivere del suo lavoro e nutrire la sua famiglia senza dover fare migliaia di lavoretti extra?

Tuttavia questi movimenti mi lasciano scettica:  Chi c'è dietro questa rivoluzione? Ha degli interessi che sono al di là delle rivendicazioni attuali?

Ciò non è nuovo nella storia. Le innumerevoli rivoluzioni hanno raramente raggiunto il loro scopo. Hanno permesso ad alcuni di essere "califfo al posto del califfo" ed hanno innanzitutto servito i veri istigatori di questi movimenti.
Per essere più chiara è facile servirsi dei movimenti popolari e lasciar salire la pressione per poi arrivare in veste di salvatori e mettere le mani sul paese.

Non voglio essere pessimista ma mi auguro di tutto cuore che i nostri fratelli e sorelle della Tunisia e di tutto il medio oriente siano abbastanza visionari per non lasciarsi manipolare da coloro che non si vedono mai, ma che pensano ancora di controllare il mondo.

Che non si lascino imbrogliare da promesse illusorie, ma che la violenza non sia un mezzo per passare ad un'altra tappa, perché è là che li aspettano quelli che i "ben informati" soprannominano "gli avvoltoi."

Diamo tutto il nostro sostegno a questa onda di fondo affinché porti un beneficio reale a coloro che hanno deciso di riprendere in mano la loro vita piuttosto che a coloro che hanno sempre saputo approfittarsi del lavoro e delle difficoltà "altrui".

Anne Givaudan